L’Italia delle discariche ingurgita ancora rifiuti, in misura del 51,9% del totale della spazzatura del nostro Paese. E di questa, quasi 12 milioni di tonnellate all’anno (36,5% sul totale) sono di “tal quale”: ovvero, dal cassonetto i rifiuti vengono smaltiti direttamente in discarica senza nessun trattamento.
Sono alcuni dati contenuti nel “Rapporto sulle tecniche di trattamento dei rifiuti urbani in Italia”, realizzato dall'Enea e da Federambiente, presentato nei giorni scorsi a Roma nella sede dell'Agenzia.
“Il dato sul ricorso alla discarica – dice Daniele Fortini, presidente di Federambiente – è drammatico e allarmante, oltre a essere pericoloso per la salute dei cittadini”. Secondo il rapporto “il sistema è maturo” nelle regioni settentrionali dove gli impianti sono di taglia più piccola, ma con una diffusione maggiore sul territorio. Mentre, al centro-sud sembra “evidente la carenza di impianti” per il trattamento di recupero energetico e di compostaggio di frazioni selezionati, con una diffusione non omogenea a livello territoriale e una taglia maggiore degli impianti che hanno pertanto una resa più bassa rispetto alle capacità.
Al 31 dicembre 2008 sul nostro territorio sono stati, infatti, contati 393 impianti destinati al trattamento di rifiuti urbani impegnati nel recupero di materia, attraverso compostaggio, e di energia, con una capacità nominale complessiva di oltre 27 milioni di tonnellate all'anno. Gli impianti di trattamento meccanico post-raccolta differenziata sono 33. Quelli di compostaggio sono 195 per una capacità di circa 5,3 milioni di tonnellate all'anno (27mila ton/anno di media): 122 impianti (su 195) sono situati nel nord del Paese.
In discarica finisce anche tra il 15 e il 20% del Cdr (Combustibile derivato da rifiuti) oltre una buona quantità di Fos (Frazione organica stabilizzata). L’incenerimento con recupero energetico, si osserva nello studio, è la modalità di gestione più carente facendo aumentare lo smaltimento in discarica.
(articolo tratto da http://www.borsarifiuti.com)