Sulla Gazzetta Ufficiale del 28 aprile è stato pubblicato il DPCM 27 aprile 2010: “Modifiche al Modello unico di dichiarazione ambientale (MUD)”, contenente modifiche al DPCM 2 dicembre 2008. Il MUD dovrà essere presentato entro il prossimo 30 giugno.
Al proposito si riporta integralmente il Comunicato del Ministero dell’Ambiente del 30-4-10:
“Oggi l’Italia può dire di aver attivato per i rifiuti speciali e pericolosi un sistema all’avanguardia in Europa ottenendo il massimo in termini di controllo ambientale ed anche in termini di efficienza e risparmio per le aziende”. Lo afferma il Ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo dopo l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge che sposta al 30 giugno il termine di presentazione del modello unico ambientale (MUD). “Con l’approvazione del decreto legge di proroga dei termini il Governo ha posto l’ultimo tassello alla riforma del sistema della tracciabilità dei rifiuti, nel segno della trasparenza e della legalità e del rispetto per l’ambiente. Si è in pratica perfezionato, evitando di caricare le imprese di oneri inutili, il regime transitorio dal sistema cartaceo, che rendeva di fatto impossibili i controlli, al sistema elettronico del SISTRI che in estate entrerà in vigore e consentirà di monitorare tutti gli spostamenti e le destinazioni dei rifiuti in tempo reale”.
Inoltre, sulla GU del 30 aprile è pubblicato un altro Comunicato (Min. Amb.) di errata corrige al “pasticcio” del modello sbagliato: “Nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri citato in epigrafe, pubblicato nel supplemento ordinario n. 80 alla Gazzetta Ufficiale – serie generale – n. 98, del 28 aprile 2010, dopo gli allegati di cui a pagina 48, in luogo della scheda SCS2, riportata alla pagina 49, devono intendersi riportate le schede relative al capitolo 1: SCS1, SCS2, SA1, SA2, CS, RIF, RT, RE, DR, TE, MG, ART. 191, RU, RST, DRU, CG, MDCR, INT, UO, UD, SMAT, STIP, SRIU. Inoltre, in luogo della scheda MG-VEIC, riportata alla pagina 50, devono intendersi riportate le schede relative al capitolo 2: SA1-VEIC, SA2-VEIC, AUT, ROT, FRA, RT-VEIC, DR-VEIC, TE-VEIC, MG-VEIC, di seguito riportate: (omissis)”
Il riutilizzo dei RAEE: computer e cellulari
Una prospettiva “nuova” per i RAEE. Dallo sviluppo di sistema basato su raccolta e recupero al riutilizzo. Partiamo da computer e cellulari. Ma non fermiamoci qui.
La direttiva RAEE nel nostro Paese è stata recepita con il Decreto Legislativo[1], caratterizzato a tutt’oggi da una faticosa entrata a regime, che ha tra le sue le sue finalità la prevenzione dei rifiuti da AEE, il loro reimpiego e la diminuzione dell’uso di sostanze pericolose.
Il sistema di gestione dei “RAEE” è basato su raccolta differenziata, trattamento e recupero, con oneri economici posti a carico dei produttori e distributori delle apparecchiature nuove e competenze dei Comuni per la prima fase, quella dei centri di raccolta. La sua gestione è affidata ad
La Commissione Ue ritocca il regolamento sulla spedizione dei rifiuti
La Commissione europea rivede il regolamento comunitario sulla spedizione dei rifiuti per adeguarlo ai chiarimenti del gruppo di lavoro per la prevenzione e il riciclo dei rifiuti (Working group on waste prevention and recycling – Wgwpr) dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in riferimento alla Convenzione di Basilea. Ritocca l'elenco dei rifiuti soggetti agli obblighi generali di informazione (il così detto "Elenco Verde"), quello dei rifiuti soggetti alle procedure di notifica e autorizzazione preventiva scritta (il così detto "Elenco Ambra") e quindi anche quello dei rifiuti soggetti al divieto di esportazione.
Nonostante le tecniche di trattamento, va in discarica ancora il 52% degli Rsu
Lo dotazione impiantistica attualmente presente in Italia è in grado di trattare 27 milioni di tonnellate di rifiuti urbani, in 426 impianti, localizzati per lo più al nord del paese.
E' quanto emerge dal rapporto che riassume i risultati di un'indagine conoscitiva condotta congiuntamente da Enea e Federambiente, a cavallo tra il 2008 e il 2009, che ha come obiettivo la caratterizzazione della dotazione impiantistica di trattamento dei rifiuti urbani presente sul territorio nazionale. Che appare più diffusa al nord rispetto alle altre aree geografiche del paese.
«Un'impiantistica di trattamento e recupero dei rifiuti urbani, congruente con una corretta gestione integrata e in linea con la normativa di settore nonché con gli standard tecnologici adottati in altre realtà dell'Unione Europea, è già una realtà per molte aree del nostro Paese» l'ha definita il commissario dell'Enea, Giovanni Lelli, che ha aggiunto che «un maggiore impulso va ora dato allo sviluppo di tale impiantistica in alcune aree del Centro-Sud».