Ciclicamente ritorna la questione sacchetti di plastica nei supermercati: devono essere a disposizione gratuita dei consumatori o no? Ripetiamo che i sacchetti di plastica possono essere venduti nei supermercati e negozi.
E' fasulla la notizia di una legge di abolizione del costo del sacchetto. L'informazione errata, che ha generato una serie di contestazioni tra consumatori e negozianti, è generata da un equivoco che vogliamo definitivamente chiarire.
Dal 1 gennaio del 1997, il decreto legislativo n.22 sui rifiuti ha abolito la tassa sul materiale utilizzato per la fabbricazione dei sacchetti, ma non ha abolito il costo dei sacchetti che il commerciante puo' addebitare al consumatore (decreto ministeriale 14.1.72). Semmai il prezzo può essere diminuito del 10%, perché tale era la tassa gravante sul busta, ma non c'è nessun obbligo per il venditore di effettuare questo sconto né di fornire gratuitamente il sacchetto di plastica.
L'altra questione, la pubblicità del supermercato riportata sul "contenitore da asporto" (così viene definito ufficialmente il sacchetto di plastica), che suscita le risentite proteste del consumatore, rientra nel diritto dell'esercente di pubblicizzare la propria merce. Il consumatore può solo decidere di non acquistare il sacchetto ed evitare di fare pubblicità. Analoga situazione si ha con tutti i logo, dalle automobili alle camice, alle scarpe ai frigoriferi e così via. Nessuno chiede di togliere il logo-coccodrillo dalle magliette della Lacoste, anzi possederlo è motivo di vanto! Perché mai dovrebbe farlo il gestore di un grande magazzino?
Il consumatore che non vuole pagare la busta di plastica e fare pubblicità ad un supermarket ha una opzione fondamentale: utilizzare il proprio carrello, o la propria borsa della spesa. Si inquina e ci si accapiglia di meno.
(articolo tratto da http://www.borsarifiuti.com)