Il piano non è una trama ricostruttiva che serve a cogliere il collegamento esistente tra un insieme di elementi singoli, ma un atto amministrativo, in cui si esterna l’impegno programmatico della pubblica amministrazione in un determinato settore ed è il derivato principale del principio della necessaria predeterminazione dell’attività amministrativa. Resta, in ogni caso, che quando gli aspetti pianificatori e quelli progettuali si intersecano, come nel caso di approvazione con conferenza localizzativa di progetti di opere, il problema della sovrapposizione di VAS e VIA è direttamente risolto dall’art. 6 comma 12, D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, il quale ha stabilito che “ferma restando l’applicazione della disciplina in materia di VIA, la valutazione ambientale strategica non è necessaria per la localizzazione delle singole opere”.
News Ambiente
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Eco-Compattatori privati presso la grande distribuzione. Devono essere autorizzati?
Raccolta differenziata di plastica o lattine da soggetti privati presso i supermercati del territorio.
Ci viene posta una domanda da un nostro utente, in merito alla collocazione degli eco-compattatori presso i supermercati o centri commerciali.
Innanzitutto bisogna precisare che la raccolta del rifiuto domestico è e rimane di privativa comunale, ai sensi dell’articolo 198 comma 1 del D.Lgs 152/2006
Risultano indispesabili al Comune stesso per il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata e riciclaggio. Essi costituiscono rifiuti domestici ai sensi dell’articolo 184 comma 2 lettera a) del medesimo decreto, in quanto provenienti da locali adibiti ad uso di civile abitazione.
L’aumento della capacita di stoccaggio e l’inserimento di nuovi codici CER, prevedono l’iter per un nuovo impianto.
Il progetto di ampliamento, di un impianto di trattamento dei rifiuti già esistente, che preveda l’introduzione di nuovi codici CER e un aumento delle capacità di stoccaggio, configura quanto proposto in un «nuovo impianto», con tutte le conseguenze che ne derivano sul piano delle autorizzazioni.
Questo è quanto si evince nelle motivazioni del CdS (Consiglio di Stato) nella sentenza n° 3119/2015, la quale conferma un parere negativo regionale per un progetto di ampliamento di un impianto di trattamento dei rifiuti già operativo.