Se diamo uno sguardo alle direttive ambientali dell’Unione Europea ed alla legislazione ambientale degli altri paesi europei, salta subito all’occhio la ridotta complessità della norma rispetto al nostro codice ambientale. La questione non può ovviamente essere generalizzata ma dare uno sguardo ad esempio la normativa inerente il cosiddetto “Uno contro Uno” italiano e l’analogo della svizzera o se provassimo a confrontare la normativa inerente il trasporto di rifiuti italiana e quella di altri paesi quali ad esempio la Germania, rende bene l’idea di quanto la nostra normativa sia alquanto complessa ed a tratti nebulosa e carente.
Non desta certo stupore rendersi conto di quanti siano i decreti attuativi mancanti e di quanto confusionaria sia la norma normativa nel campo dei rifiuti, ma non solo.
A quanto pare un gruppo di lavoro insediatosi in questi giorni presso il Ministero dell’Ambiente avrebbe il compito di avviare uno studio preliminare teso ad un riassetto del codice ambientale. L’obiettivo è quello di raccogliere in due testi normativi tutte le leggi ed i regolamenti inerenti l’ambiente, si tenderà quindi ad ottenere un codice ed un testo unico regolamentare.
Da dove nasce tanta buona volontà in campo ambientale nel voler risolvere i pasticci creati negli ultimi anni?
Secondo il Ministro Orlando: “Questo progetto nasce sia dalla semplice constatazione che in materia ambientale la nostra legislazione non ha ancora risolto vistosi difetti sia dalla necessità di fornire risposte concrete a pressanti richieste di tutela e progresso. La frammentarietà, l’assenza di una codificazione con adeguati principi generali rendono il
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