La gestione dei rifiuti tecnologici per i rivenditori

I rivenditori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), indipendentemente dalle dimensioni del negozio e dal flusso di vendita hanno l’obbligo, sancito dal D.lgs. 151/2005, di ritirare gratuitamente il rifiuto RAEE consegnato dal cliente al momento dell’acquisto di una nuova apparecchiatura elettrica o elettronica equivalente.

Il decreto di semplificazione per l’UNO CONTRO UNO (D.M. 65/2010)  impone a tutti i rivenditori di AEE di:

  • ritirare e raggruppare le apparecchiature usate presso il proprio punto vendita.
  • effettuare il trasporto dei rifiuti.
  • produrre  i documenti per le necessarie autorizzazioni.
  • compilare i documenti necessari ad adempiere agli obblighi nella gestione dei rifiuti.

Ma i rivenditori  adempiono all’obbligo di ritiro a titolo gratuito del vecchio apparecchio elettronico?

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Futuri Raee

Nel 2003 l’Ue ha vietato l’uso di piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, bifenili polibromurati (Pbb) ed eteri di difenile polibromurato (Pbde) nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche (Aee) immesse sul mercato dopo il primo luglio 2006. Ha previsto, però anche delle esenzioni a tale divieto (elencate nell’apposito allegato della direttiva 2002/95/CE) – che periodicamente sono esaminate al fine di adeguarle al progresso scientifico e tecnico – proprio perché in alcuni casi non è possibile sostituirle con altre sostanze meno impattanti.
Sulla base del riesame l’Ue ha deciso di ammettere ancora l’utilizzo di piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente, bifenili polibromurati (Pbb) ed eteri di difenile polibromurato (Pbde), dato che la loro eliminazione nelle applicazioni specifiche è ancora impraticabile sotto il profilo scientifico o tecnico. Quindi – con decisione pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea di sabato – l’Ue modifica, l’allegato della direttiva sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Ammettendo che l’eliminazione o la sostituzione parziale dell’uso di mercurio è scientificamente o tecnicamente possibile, riduce il quantitativo di mercurio che può essere utilizzato in alcune applicazioni (ad esempio nelle lampade fluorescenti ad attacco singolo, in quelle lineari e non ad attacco doppio per usi generali, in quelle a catodo freddo e lampade fluorescenti con elettrodo esterno, in quelle a scarica a bassa pressione ecc…).
Per altri usi, invece autorizza l’uso di determinate sostanze, perché è tecnicamente impossibile riparare Aee con pezzi di ricambio diversi da quelli originali. Perciò e unicamente in tali casi, è autorizzato l’utilizzo di pezzi di ricambio contenenti piombo, mercurio, cadmio, cromo esavalente o eteri di difenile polibromurato.
Del resto lo scopo delle disposizioni UE (ossia quelle del 2003) è quello di ravvicinare le legislazioni degli Stati membri sulle restrizioni dell’uso di sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e a contribuire alla tutela della salute umana e al recupero e allo smaltimento ecologicamente corretto dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Tenendo comunque conto della fattibilità tecnica ed economica, la maniera più efficace di garantire una riduzione significativa dei rischi per la salute e l’ambiente legati a queste sostanze è la sostituzione di queste sostanze nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche con materie sicure o più sicure. Dunque, imponendo una restrizione dell’uso di tali sostanze pericolose, probabilmente potrà aumentare la possibilità e la convenienza economica del riciclaggio di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). E probabilmente potrà diminuire l’impatto negativo anche sulla salute dei lavoratori degli impianti di riciclaggio.

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D.M.65/2010 i rivenditori ancora non adempiono all’obbligo di ritiro

ROMA, Italia: nuova video-inchiesta sulla raccolta dei rifiuti elettronici in Italia: a distanza di un mese dalla partenza del decreto Uno contro uno (D.M. 65/2010), i rivenditori ancora non adempiono all’obbligo di ritiro a titolo gratuito del vecchio apparecchio elettronico.
Da anni denunciamo che gran parte delle apparecchiature elettroniche prende ancora la strada dello smaltimento in discarica, o presso inceneritori o, addirittura, dell’esportazione illegale nei Paesi in via di sviluppo.
Con la scusa di acquistare un nuovo articolo tecnologico (pc, televisore, frigorifero, ecc.) abbiamo telefonato a nove grandi rivenditori a Milano, Roma e Napoli e ci siamo poi recati in altri tre negozi della capitale con telecamera nascosta. Ben nove rivenditori sui dodici intervistati (quindi oltre l’75 per cento) non risultano completamente in linea con la nuova normativa.
Alcuni rivenditori non adempiono alla legge, perché il costo della consegna del prodotto nuovo è stato maggiorato così da includere il ritiro del vecchio articolo, come dichiarato dai commessi. In altri casi, i costi di consegna del nuovo prodotto e di ritiro del vecchio sono ancora distinti fra loro, e viene chiaramente indicato che il ritiro non è gratuito.
A eccezione di Milano, dove il ritiro è partito gratuitamente, a Roma e Napoli sembra regnare la discrezionalità del rivenditore piuttosto che il rispetto della legge. Eppure l’obbligo del ritiro gratuito “uno contro uno” è in vigore da 5 anni, sebbene l’obbligo effettivo sia arrivato solo ora con il decreto Semplificazione. C’era tutto il tempo per adeguarsi!
Ancora una volta, quindi, è il consumatore a non essere tutelato. Il cliente, infatti, si trova a pagare due volte: una al momento dell’acquisto (pagando l’eco-contributo RAEE per lo smaltimento che è già incluso nel prezzo), l’altra al momento del ritiro del vecchio articolo.
Pagare due volte è una truffa. Stiamo verificando se ci sono gli estremi per un’azione legale. Ma è la gestione dei nostri rifiuti elettronici che deve migliorare. Sono scarti pericolosi e in rapido aumento che richiedono una particolare attenzione.
Chiediamo al Ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, di assicurare la reale adozione e il rispetto delle leggi sui rifiuti elettronici e un adeguato monitoraggio degli organi di controllo.

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