Ddl n° 2412 Sistri Proroga dei termini di operatività.

DISEGNO DI LEGGE. COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 27 OTTOBRE 2010. Proroga dei termini di operativita` del sistema informatico di controllo della tracciabilita` dei rifiuti. Il sistema informatico di controllo della tracciabilita` dei rifiuti (SISTRI), introdotto con il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 17 dicembre 2009, pubblicato nel supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale n. 9 del 13 gennaio 2010, in attuazione dell’articolo 189 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e dell’articolo 14-bis del decreto-legge 1º luglio 2009, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, ha il pregevole obiettivo di assicurare il controllo e la repressione delle attivita` illecite connesse con il ciclo di gestione e dello smaltimento dei rifiuti. Il citato decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 17 dicembre 2009, con l’intento di dare riscontro agli indirizzi comunitari che prevedono l’obbligo per gli Stati membri di adottare misure volte a garantire la tracciabilita` dei rifiuti pericolosi dalla produzione alla destinazione finale, va ben oltre tali indirizzi, includendo negli obblighi del sistema anche i soggetti produttori di rifiuti speciali non pericolosi derivanti da attivita` industriali e artigianali o da attivita` di recupero e smaltimento di rifiuti, con piu` di dieci dipendenti. Tale informatizzazione del sistema, estesa a tutte le categorie dei rifiuti speciali e a tutte le aziende, creera` senz’altro semplificazioni nel medio e nel lungo termine, in ordine agli attuali obblighi per le imprese del sistema cartaceo, in quanto sostituira` il modello unico di dichiarazione ambientale (MUD), il registro di carico e scarico e il formulario dei rifiuti. Tuttavia il SISTRI ha creato difficolta` e preoccupazione tra gli operatori del settore sia per la previsione di costi eccessivi, sia per una serie di incertezze e difficolta` di attuazione della riforma. Tra le criticita` che piu` direttamente interessano l’interazione diretta delle aziende con il SISTRI si segnalano a titolo esemplificativo le seguenti: non e` ancora stata completata la distribuzione delle chiavette USB; un numero consistente di aziende e` in possesso di USB difettata e deve sostituirla rivolgendosi al SISTRI; diverse aziende hanno segnalato la comunicazione di ritiro di chiavette USB per unita` locali mai comunicate al SISTRI, e in diversi casi le richieste di ritiro arrivano da altre regioni; le chiavette USB «multiutente» presentano in molti casi difficolta` di utilizzo (possono essere usate solo da un delegato, e` negato l’accesso agli altri operatori dei quali e` stato comunicato il nominativo); l’accesso non e` garantito: la decifrazione dei codici di accesso e` molto spesso impossibile, tanto da obbligare le aziende a richiedere l’attribuzione di nuovi codici al SISTRI tramite una procedura complicata ed elaborata, che comporta il contatto con gli operatori del call center, il quale presenta tempi di attesa nell’ordine di due ore (come minimo); una volta effettuato l’accesso al sistema, l’inserimento dei dati e` lento; ogni operazione di produzione deve essere confermata con l’inserimento di un codice: se una azienda produce dieci tipi di rifiuti deve effettuare la firma dieci volte; le officine che si sono attrezzate per l’installazione delle black box lamentano lunghissime attese e difficolta` nella procedura telematica di attivazione; la black box installata sugli automezzi resta sempre accesa, con il risultato di rendere inutilizzabile la batteria se il mezzo non viene usato per alcuni giorni; l’attivita` formativa prevista non e` sufficiente per approfondire in maniera dettagliata le novita` della riforma; il manuale operativo (strumento fondamentale per gli operatori, vista la complessita` soprattutto dal punto di vista dell’utilizzo informatico dello strumento e l’ampia platea di utenti ai quali si rivolge il sistema, ad esempio artigiani, commercianti, che non sono tenuti, per il loro lavoro, a saper installare programmi e utilizzare chiavette USB) non e` ad oggi completo ed esaustivo, nel senso che non contempla affatto le casistiche che si possono presentare agli utenti (e le modalita` di soluzione o gestione). E ` fondamentale che il manuale, all’avvio del servizio, riporti tutte le casistiche e le procedure da seguire da parte dell’utente. Con il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 28 settembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 230 del 1º ottobre 2010, e` stato prorogato il termine transitorio per la distribuzione dei dispositivi USB e l’installazione delle black box, mentre con le modifiche che si intendono apportare al decreto legislativo n. 152 del 2006, anche a seguito dei pareri approvati dalle Commissione parlamentari sullo schema del decreto legislativo di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti, sono state introdotte una serie di semplificazioni e depenalizzazioni viste con grande sollievo dal modo imprenditoriale. Resta tuttavia evidente che il sistema e` stato avviato con troppa rapidita`, tanto che solo nell’arco di un anno si sono rese necessarie ben quattro modifiche legislative, che in verita` non hanno ancora risolto i limiti e le carenze tecnico-operative del sistema, creando incertezza e gravissimi danni alle aziende. Cio` anche perche´ l’operativita` di una riforma cosı` complessa, basata sull’informatizzazione, che peraltro coinvolge quasi tutte le categorie delle aziende, deve essere favorita da un periodo transitorio adeguato che non puo` essere ridotto nel solo mese di dicembre, mese in cui, ai sensi del citato decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 28 settembre 2010, coesistono i due sistemi, cartaceo ed elettronico. La presente iniziativa parlamentare prevede pertanto un periodo di un anno di adesione su base volontaria, nel quale potranno coesistere i due sistemi cartaceo ed elettronico, con lo scopo di creare un vero periodo transitorio e dare la possibilita` alle aziende di adeguarsi gradualmente ai nuovi adempimenti richiesti dal SISTRI.

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1. 1. Al comma 1 dell’articolo 14-bis del decreto- legge 1º luglio 2009, n. 79, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2009, n. 102, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: «Al fine di garantire un adeguato periodo transitorio, la data di integrale operativita` del sistema informatico di controllo della tracciabilita` dei rifiuti non puo` essere antecedente al 1º gennaio 2012. Fino a tale data, i soggetti che aderiscono su base volontaria al sistema medesimo rimangono comunque tenuti agli adempimenti di cui agli articoli 190 e 193 del decreto legislativo n. 152 del 2006. Il contributo annuale eventualmente versato e` valido per il primo anno di integrale ed effettiva operativita` del sistema.».

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Rapporto Italia del riciclo 2010

La crisi economica ancora morde e fa sentire i suoi effetti infausti anche nel settore del riciclo rifiuti.
Lo mostrano i dati dello studio annuale di Fise-Unire, presentato oggi a Roma, che quest’anno cambia nome: dall’Italia del recupero diventa, infatti, Italia del Riciclo.
Il rapporto, che si è avvalso nella sua redazione della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, parla chiaro e sottolinea che la recente crisi dei mercati internazionali ha prodotto un duplice effetto sul settore del riciclo e recupero dei rifiuti: la contrazione in termini assoluti dei quantitativi gestiti e l’accelerazione dello spostamento del baricentro economico verso i Paesi emergenti, soprattutto la Cina.
Il primo effetto viene ricondotto alla flessione della produzione e quindi anche della domanda di materie prime ricavate dai rifiuti; il secondo alla ricerca di nuovi sbocchi di materie prime seconde che, comunque, dal settore del riciclo vengono prodotte, anche se in calo.
Considerando i 6 principali flussi di materiali (rottami ferrosi, alluminio, carta, legno, plastica, vetro) destinati al riciclo alla fine del 2009 si è registrata una consistente flessione dei flussi pari al 24,7% (da 31,88 milioni di tonnellate a 24 milioni di tonnellate).
Una riduzione che si è registrata particolarmente per l’impiego dei rottami ferrosi, che è diminuita di circa 6,7 milioni di tonnellate (-34,4% sul 2008) dovuta principalmente al forte calo della produzione siderurgica. Considerando che quasi la metà (più del 40%) dell’attuale produzione mondiale di acciaio deriva da materiale riciclato è evidente quindi come il crollo dell’economia globale nel biennio 2008-2009 abbia portato anche in Italia come negli altri paesi industrializzati, alla contrazione della domanda e della produzione di prodotti siderurgici, con la conseguente riduzione dei consumi di materie prime e di rottame ferroso.
Anche l’alluminio avviato al riciclo nel 2009 è calato del 27,9%; così come -recita il rapporto – è in calo il riciclo degli altri materiali: del 10,8% quello della carta, del 4,4% quello del legno, del 9,9% quello stimato della plastica e del 3,2% quello del vetro.
Il settore degli imballaggi, in particolare, registra rispetto al 2008 e in termini assoluti, una riduzione del 4% delle quantità avviate al riciclo e la causa è addotta alla diminuzione dei consumi e degli imballaggi utilizzati.
I settori che hanno visto i maggiori valori negativi risultano quelli dell’alluminio e del legno che registrano rispettivamente il -19% e il -16%. Un dato, che preso invece in termini relativi, ovvero il riciclo effettuato rispetto all’immesso al consumo- secondo quanto rilevato dal rapporto-ha fatto registrare un tasso di riciclaggio degli imballaggi in crescita anche nel 2009 rispetto al 2008. L’unica eccezione per l’alluminio che cala anche in termini relativi dello 0,8%
L’impatto della crisi negli ultimi due anni è stato, quindi, rilevante nel comparto del riciclo, anche se – ha commentato il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Edo Ronchi « un settore cruciale della green economy, come quello del riciclo dei rifiuti, non solo regge, ma riesce a fare passi in avanti significativi» riferendosi al fatto che nonostante siano calati i quantitativi trattati in assoluto, tutti i settori (ad eccezione dell’alluminio) hanno visto aumentare le percentuali di riciclo sull’immesso al consumo con risultati, in alcuni casi, vicini all’80% (carta e acciaio).
La domanda interna di materia prima seconda appare però diminuita in tutti i settori stando ai saldi import-export registrati per tutti i materiali.
Fatta eccezione per la carta da macero, l’Italia è ancora importatrice di materiali destinati al riciclo per circa 6 milioni di tonnellate ma il saldo negativo del commercio estero di tali materiali nel 2009 è calato di ben il 60,5%, passando da 6,17 milioni di tonnellate a 2,44 milioni di tonnellate.
In tutti i settori quindi sono ridotte le importazioni e aumentate invece le esportazioni, rivolte soprattutto verso il mercato asiatico, e favorite – dice il rapporto- dai bassi costi di trasporto dei materiali, dall’effetto dumping (in particolar modo in Cina) e in alcuni casi dall’insufficienza dei mercati interni.
Per la carta da macero, di cui l’Italia è divenuta ormai da qualche anno esportatrice netta, si conferma anche per il 2009 una crescita del 23% delle quantità esportate che hanno sfiorato 2 milioni di tonnellate.
«Il settore del recupero dei rifiuti, anche da un punto di vista strategico e di politica industriale, è sempre più un punto di forza dell’economia nazionale» ha evidenziato Corrado Scapino, presidente di Unire.
«Nonostante la contrazione della produzione e della domanda interna, che ha avuto inevitabili riflessi negativi anche sui volumi riciclati – ha continuato Scapino – le raccolte sono in crescita e i tassi di riciclo (già elevati) si avvicinano sempre più ai picchi di eccellenza europei».
Un commento positivo che fa anche Edo Ronchi quando evidenzia che «Questo Rapporto sull’ Italia del riciclo, ci fa vedere che non c’è solo la crisi dei rifiuti di Napoli, ma che esiste ormai in questo Paese una vasta attività di riciclo dei rifiuti che, in non pochi settori, è fra le più avanzate d’Europa».
Ma c’è un ma.
«Per poter compiere quel salto di qualità necessario ad uscire definitivamente dalla crisi- ha sottolineato il presidente di Unire – le aziende devono vedere affiancati i propri sforzi da un reale impegno del Governo per un sistema davvero efficiente sotto diversi aspetti: quello della concorrenza nel mercato (in particolare tra soggetti pubblici e privati), quello della semplificazione delle norme e delle procedure, in una parola, quello della convenienza a investire in tecnologie e rimanere in Italia. Altrimenti si corre il rischio che, come è avvenuto per altri settori economici, anche il riciclo si sposti all’estero, in particolare nelle economie emergenti, sottraendo occupazione e risorse attualmente impiegate nel nostro Paese».
Il rapporto è scaricabile sul sito www.fondazionesvilupposostenibile.org

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Buste di plastica addio per davvero

Finalmente è ufficiale: stop alle buste di plastica dal 1° gennaio 2011. Nessuna proroga, dunque, per l’uso dei sacchetti usa e getta, in recepimento della direttiva dell’Unione europea. L’annuncio è contenuto in una nota diffusa dal ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, e da quello dello Sviluppo economico, Paolo Romani, al termine del loro incontro. “Dal primo gennaio 2011, quindi – si legge nel comunicato – gli shopper di plastica saranno messi al bando”.
Le buste in questione sarebbero dovute andare in pensione già all’inizio di quest’anno, secondo il comma 1130 della Finanziaria 2007 che prevedeva il divieto di produrre e commercializzare sacchetti per la spesa realizzati con materiali non biodegradabili. Tuttavia, la manovra del 2007 aveva il “piccolo" difetto di non contenere i decreti attuativi e la relativa messa al bando è slittata di un anno, anche se ancora non si aveva la conferma ufficiale che arriva adesso, almeno a parole.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica e abituare i cittadini, il governo ha previsto nel frattempo un programma che miri a contrarre in modo progressivo la produzione e l’uso di sacchetti di plastica tradizionali, per ridurre nel tempo la loro commercializzazione, fino ad arrivare allo stop definitivo. Per portare a buon fine questo intento, il governo ha stanziato un milione di euro, che sarà utilizzato anche per analizzare il ciclo di vita dei sacchetti biodegradabili e il funzionamento della distribuzione capillare delle nuove buste in Mater-Bi.
Soddisfatto il mondo della politica, cui appartiene il senatore Francesco Ferrante, responsabile per il Pd per le politiche relative ai cambiamenti climatici, che afferma: “La messa al bando dei sacchetti di plastica dal primo gennaio 2011 è il coronamento di una battaglia iniziata con la Finanziaria del 2007, quando un nostro emendamento aveva previsto che in Italia non venissero più prodotti gli shopper di plastica a partire dal 2010. Adesso anche l’Italia risparmieremo centinaia di migliaia di tonnellate di petrolio, e un milione di tonnellate in plastica non si riverserà più nell’ambiente”.
Anche gli ambientalisti gridano vittoria: “Da tempo chiediamo di vietare a livello nazionale la loro produzione e distribuzione – afferma in una nota il vicedirettore di Legambiente, Andrea Poggio. – L’Italia si pone finalmente all’avanguardia su questo fronte. E il provvedimento è di grande importanza anche per far progredire la raccolta differenziata dei rifiuti organici, per la quale la biodegradabilità dei sacchetti è indispensabile”.
Di diverso avviso Unionplast, l’associazione dei produttori di manufatti in plastica aderente a Confindustria, che consiglia al governo “una maggiore prudenza” e in una nota auspica che “il governo riveda le decisioni in merito alla messa al bando dei sacchetti di plastica, introducendo norme incentivanti per la produzione degli shopper con percentuali di plastica riciclata”.

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Ci sono ancora 110 milioni di euro di incentivi green

Le risorse residue del piano governativo di incentivi green, varato in aprile per sostenere i consumi, sono state rimesse in circolo liberando circa 110 milioni di euro. Il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, ha firmato il decreto con cui sono riassegnati i fondi ancora disponibili per il sostegno della domanda finalizzata a obiettivi di efficienza energetica, eco compatibilità e miglioramento della sicurezza sul lavoro. Allo stesso tempo è stata anche avviata la procedura di pagamento dei contributi spettanti ai rivenditori.
“La misura di sostegno ai consumi si è dimostrata un successo – afferma il ministro Romani: – ben quattro dei dieci settori economici interessati agli incentivi hanno esaurito le risorse loro destinate già a poche settimane dall’avvio del provvedimento”. A oggi risultano concessi oltre 925mila contributi, per un totale di 189 milioni di euro di risorse erogate sui 300 milioni messi a disposizione. “Con questa rimodulazione intendiamo consentire da parte dei consumatori il pieno e ottimale utilizzo delle risorse residue”, aggiunge il neo titolare dello Sviluppo economico.
A tal fine, è stato deciso di effettuare un’unica variazione compensativa tra tutti i settori che consentirà di far confluire tutte le risorse ancora non prenotate in una disponibilità comune ai settori stessi. Il fondo unico così costituito sarà reso disponibile per le prenotazioni dei rivenditori e consumatori a partire dal 3 novembre prossimo.
Per maggiori informazioni: incentivi2010.sviluppoeconomico.gov.it

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