I rifiuti ingombranti

Per gli addetti ai lavori, la definizione potrebbe sintetizzarsi in un codice a sei cifre, il cosiddetto codice CER (Catalogo Europeo dei Rifiuti) 200307. Ma a cosa si fa riferimento, nel concreto, quando si parla di rifiuti ingombranti? Molto spesso, a volte per cercare di semplificare (o complicare?), si ricorre all’ausilio del termine “beni durevoli dismessi” per indicare tutti quegli oggetti o materiali che si è deciso di disfarsene e che sono caratterizzati da un volume “importante”.

Un’utile analisi dell’argomento è stata fatta qualche anno fa dalla Provincia di Treviso e successivamente dalla Regione Veneto, grazie alle quali sono state fornite alcune precisazioni per meglio descrivere ciò a cui il termine “ingombrante” possa far riferimento: entrambe le definizioni elaborate aiutano a comprendere la natura e la tipologia di questi rifiuti. La prima definisce un ingombrante “un rifiuto residuo di grandi dimensioni che non ha trovato collocazione in altre tipologie di raccolta differenziata; in altre parole è ingombrante il rifiuto che residua da tutte le raccolte differenziate, avente dimensioni unitarie tali da non poter essere conferito all’ordinario sistema di raccolta del secco residuo”, mentre la seconda, più sinteticamente ed in riferimento all’applicazione del codice CER 200307 da utilizzare “quando si tratta di rifiuti ingombranti eterogenei per i quali non sia individuabile un materiale prevalente e che non rientra nelle categorie precedenti”.

Quindi, in termini di raccolta del rifiuto ingombrante, la stessa dovrebbe captare solo i rifiuti che non risultano avviabili a nessuna delle raccolte differenziate e che, in particolare per le dimensioni, non siano conferibili con il normale circuito del rifiuto secco residuo/indifferenziato.

Passando agli oggetti e ai materiali direttamente appartenenti a ciò che, una volta diventato rifiuto, viene considerato ingombrante, tra gli esempi più diffusi si possono ritrovare: mobili, armadi, tavoli, poltrone, divani, giocattoli voluminosi, sedie, biciclette, lampadari, assi da stiro, valigie, zaini.

All’interno dell’eterogenea tipologia di materiali dismessi che vengono raccolti tra gli ingombranti, si trovano spesso frazioni di rifiuti recuperabili come imballaggi (carta, plastica e altro), legno, metallo, carta e cartone: ciò è dovuto principalmente ad un errato conferimento od al relativo controllo.

Ricordiamo a tal proposito che non rientrano sicuramente tra i rifiuti ingombranti, ma purtroppo ancora oggi capita di trovarli tra di loro, le 5 tipologie (raggruppamenti) di “beni durevoli dismessi” indicate con l’acronimo RAEE (Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). A titolo di esempio, si ricorda che sono RAEE e non rifiuti ingombranti: frigoriferi, lavatrici, televisori, piccoli elettrodomestici e lampade al neon.

Infine, ricordiamo che, in linea di massima, i rifiuti ingombranti si possono conferire presso le aree ecologiche comunali; non mancano però esempi di raccolta porta a porta, mediante servizio “a chiamata” o a “prenotazione”: è buona norma da parte di chi deve conferire un rifiuto ingombrante (e non solo) verificare sempre la corretta tipologia di servizio prevista nel proprio comune.

Gramegna Alessandro
e-mail: a.gramegna@ecoradar.it

2 thoughts on “I rifiuti ingombranti

  1. In gran parte destinati agli inceneritori, oggi trovano poco spazio in discarica e di conseguenza anche i tempi per il recupero presso il cittadino si dilatano al punto che spesso, il cittadino stesso, pur non giustificando il gesto, trova “vie diverse” per disfarsene.

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