Una delle domande che spesso mi pongo è quali e quante siano le merci pericolose trasportate ogni anno in Italia. Il sito Eurostat è in grado di fornire i dati sufficienti per scattare una fotografia sommaria della situazione del trasporto di merci pericolose in Italia e in UE per il periodo 2013-2015.
In tabella 1, vengono riportate le quantità (espresse in TKM, milioni di tonnellate per Km) di merci pericolose trasportate in Italia (su strada e per ferrovia) e in UE (strada). L’analisi non prevede le materie radioattive per mancanza di dati.
Tabella 1. Quantità di merci pericolose trasportate in Italia e UE nel triennio 2013-2015. TKM: Milioni di tonnellate per KM (Million tonne-kilometre)
L’andamento delle quantità trasportate nel nostro Paese è in linea con i dati europei per il triennio in esame, in cui si denota un calo delle quantità nel 2015 dopo l’aumento del 2014.
Entrando nel dettaglio, è interessante considerare come variano le quantità di merci pericolose (espressa come percentuale sul totale) in funzione delle classi dell’Accordo ADR. Per il mercato nazionale il profilo è riportato in Figura 1.
Figura 1. Percentuale sul totale delle merci pericolose trasportate su strada in Italia in funzione delle Classi ADR.
Da questa analisi si evince che nel panorama nazionale vengono trasportate principalmente quattro classi ADR:
- Liquidi infiammabili (classe 3);
- Gas (classe 2);
- Materie corrosive (classe 8);
- Materie ed oggetti pericolosi diversi (classe 9).
A livello merceologico si può ipotizzare che le merci più trasportate siano i carburanti (diesel, benzina, cherosene, GPL), le pitture e vernici, i solventi, i rifiuti pericolosi per l’ambiente e i prodotti chimici corrosivi.
Questi dati sono in linea con la media UE il cui profilo è riportato in Figura 2.
Figura 2. Percentuale sul totale delle merci pericolose trasportate su strada in UE in funzione delle Classi ADR.
Viene quindi confermato a livello continentale il trend visto per il contesto nazionale sul trasporto delle classe 2,, 3, 8 e 9. Diversamente, in UE si nota una percentuale significativa nel trasporto di solidi infiammabili e materie della classe 4.1, materie soggette ad accensione spontanea (classe 4.2), materie comburenti (classe 5.1) e materie tossiche (6.1)
Diverso è il caso del trasporto di merci pericolose per via ferroviaria (RID) in Italia. In Figura 3 viene riportata la variazione delle quantità di merci pericolose (espressa come percentuale sul totale) per ognuna delle classi RID.
Figura 3. Percentuale sul totale delle merci pericolose trasportate su rotaia in Italia in funzione delle Classi RID.
E’ interessante notare come le quantità di merce pericolose trasportate via RID siano mediamente cinque volte inferiore rispetto a quelle ADR. Questo dato conferma la preferenza nel nostro Paese della modalità stradale per il trasporto di merci pericolose.
Tuttavia, la vocazione nazionale è in controtendenza rispetto a Stati come Germania o Olanda, in cui l’impiego della modalità RID è quantitativamente in linea con quella ADR.
Nonostante i noti problemi che da sempre mettono in difficoltà il passaggio su rotaia di merci pericolose verso l’Europa, l’intermodalità ADR/RID permetterebbe di abbassare sia i costi di gestione logistica che diminuire le emissioni in atmosfera.
Potrebbe quindi il futuro essere intermodale?
Sentiti libero di commentare il post: in questo modo potremmo generare un dibattito costruttivo e di confronto su questo affascinante tema.