#SbloccaItalia: una (falsa?) partenza per il rilancio dell’Italia (per lo meno dal punto di vista ambientale….)

Sul numero 11/2014 della rivista “Ambiente & Sviluppo”, edita da IPSOA, è stato pubblicato un articolo dal titolo «#SbloccaItalia e “news” ambientali: novità all’insegna di cosa?»
Natura Giuridica offre ai suoi lettori una panoramica del contenuto dell’articolo.

Il trailer di un film già visto

Sembra il trailer di un film già visto, sentito e letto tante volte. Una voce fuori campo che annuncia che “ritenuta la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per accelerare e semplificare la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche, indifferibili e urgenti […] ritenuta altresì la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni in materia ambientale per la mitigazione del rischio idrogeologico, la salvaguardia degli ecosistemi, l’adeguamento delle infrastrutture idriche e il superamento di eccezionali situazioni di crisi connesse alla gestione dei rifiuti, nonché di introdurre misure per garantire l’approvvigionamento energetico e favorire la valorizzazione delle risorse energetiche nazionali” (e via discorrendo), il Governo ha deciso di porre “definitivamente rimedio” alle (svariate) emergenze di turno, ricorrendo per l’occorrenza alla decretazione d’urgenza per modificare, in questa tornata, anche (rectius: nuovamente) la normativa ambientale e quella energetica.
In questa sede ci occuperemo delle novità, annunciate, in fieri ed operative contenute nel D.L. n. 133/2014, il c.d. “Sblocca Italia”, in materia di terre e rocce da scavo, bonifica e messa in sicurezza di siti contaminati, di energia e di incenerimento di rifiuti, con lo scopo di verificare se qualcosa, nel remake di questo film, è cambiato.

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Recupero ambientale di ex cava: quale natura per il sito?

Viene affrontato il tema, di grande rilevanza nella prassi, della natura del sito ex cava, oggetto di recupero ambientale, se in particolare debba considerarsi con destinazione agricola ovvero destinazione industriale.

La questione si pone perché, se ci si limita a considerare il mero dato della destinazione urbanistica, poiché si tratta in genere di siti che ricadono in zone con finalità agricola, ciò potrebbe comportare delle pesanti limitazioni quanto alle modalità di gestione dei rifiuti, quando, di contro, l’attività di recupero con rifiuti dovrebbe fare propendere per la natura industriale. Cass. pen. sentenza del 2 ottobre 2014

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La normativa ambientale ai tempi di twitter: il provvedimento #ambienteprotetto.

A proposito del provvedimento #ambienteprotetto il ministro dell’ambiente ha affermato che;

“con questo pacchetto di misure vogliamo rendere più efficiente l’intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell’Ambiente. Bisogna «correre» verso un’Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti”.

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Responsabilità ambientale e bonifica di siti contaminati (di A. A. Muntoni)

Premessa

Il decreto legislativo 152/2006 e s.m.i. disciplina le seguenti materie ambientali:
a) nella parte seconda, le procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione d’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione ambientale integrata (IPPC);
b) nella parte terza, la difesa del suolo e la lotta alla desertificazione, la tutela delle acque dall’inquinamento e la gestione delle risorse idriche;
e) nella parte quarta, la gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati;
d) nella parte quinta, la tutela dell’aria e la riduzione delle emissioni in atmosfera;
e) nella parte sesta, la tutela risarcitoria contro i danni all’ambiente.

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