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Decreto legislativo 15 febbraio 2016, n. 27 Pile ed accumulatori al cadmio

Attuazione della  direttiva  2013/56/UE  che  modifica la direttiva 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori per quanto riguarda l’immissione sul mercato di batterie portatili e di accumulatori contenenti cadmio destinati a essere  utilizzati negli utensili elettrici senza fili e di pile a bottone con un basso tenore  di mercurio, e che  abroga la decisione 2009/603/CE della commissione.

(16G00035) in Gazzetta Ufficiale del 5 marzo 2016, n. 54
Vigente al: 20-3-2016

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista  la  direttiva  2006/66/CE  del  Parlamento  europeo  e   del Consiglio, del 6 settembre 2006, relativa a pile e accumulatori e  ai
rifiuti di pile e accumulatori e che abroga la direttiva 91/157/CEE;
Vista  la  direttiva  2008/103/CE  del  Parlamento  europeo  e  del Consiglio, del 19 novembre 2008, che modifica la direttiva 2006/66/CE relativa a pile e accumulatori e ai rifiuti di pile e accumulatori in relazione all’immissione di pile e accumulatori sul mercato;
Vista la decisione della Commissione 2009/603/CE del 5 agosto 2009, che stabilisce gli obblighi di registrazione dei produttori di pile e accumulatori in conformita’ della direttiva 2006/66/CE del Parlamento europeo e del Consiglio;
Vista  la  direttiva  2013/56/UE  del  Parlamento  europeo  e   del Consiglio, del 20  novembre 2013, che modifica

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adr_2016_cadmio_limitazioni

Modifica nella limitazione della commercializzazione del cadmio

Lo scorso 16 febbraio 2016, è stato pubblicato il Regolamento (UE) 2016/217 della Commissione che modifica l’allegato XVII del Regolamento (CE) n. 1907/2006 (REACH), riguardo la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, per quanto riguarda il cadmio.

Maggiori informazioni sono reperibili al seguente link: http://bit.ly/1UcIQfd

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commercio_ambulante_rifiuti

Commercio ambulante e Trasporto dei rifiuti di rame e di metalli ferrosi.

Il nuovo anno vede la novità del c.d. Collegato Ambientale, di recente entrato in vigore.

Le novità della legge sono diverse, per cui si procederà ad una disamina nel corso delle varie newsletter.

Di rilievo l’art. 30 «Raccolta e trattamento dei rifiuti di rame e di metalli ferrosi e non ferrosi», che va ad aggiungere, all’art. 188 del TUA, un nuovo comma 1 bis:

“Il produttore iniziale o altro detentore dei rifiuti di rame o di metalli ferrosi e non ferrosi che non provvede direttamente al loro trattamento deve consegnarli unicamente ad imprese autorizzate alle attività di trasporto e raccolta di rifiuti o di bonifica dei siti o alle attività di commercio o di intermediazione senza detenzione dei rifiuti, ovvero a un ente o impresa che effettua le operazioni di trattamento dei rifiuti o ad un soggetto pubblico o privato addetto alla raccolta dei rifiuti, in conformità all’articolo 212, comma 5, ovvero al recupero o smaltimento dei rifiuti, autorizzati ai sensi delle disposizioni della parte quarta del presente decreto. Alla raccolta e al trasporto dei rifiuti di rame e di metalli ferrosi e non ferrosi non si applica la disciplina di cui all’articolo 266, comma 5”.

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Rapporto rifiuti speciali edizione 2015 dell’ISPRA

rapportoRifiutiSpeciali2015Il rapporto sui Rifiuti Speciali 2015 è stato pubblicato anche quest’anno fornendo un quadro conoscitivo completo sulla situazione nazionale, che è relativo ai dati del 2013, per questa importante tipologia di rifiuti. Il “corposo” rapporto (circa 385 pagine) è suddiviso nei seguenti capitoli: (1) contesto europeo, (2) produzione rifiuti, (3) gestione rifiuti, (4) trasporto transfrontaliero, e (5) monitoraggio di specifici flussi di rifiuti.Nel panorama europeo l’Italia si classifica come uno dei principali produttori (162,8 milioni di tonnellate), ma ben distante dalle capolista Germania e Francia con una produzione quasi doppia. In linea con il precedente biennio si registra un calo dell’1,5% nella produzione nazionale dal 2012 al 2013 – sia dei pericolosi che dei non pericolosi – frutto anche della crisi economica e soprattutto della situazione stagnante del settore edilizio, che comunque rimane il settore più produttivo (39,4%). Gli altri settori che contribuiscono maggiormente alla produzione sono il manifatturiero e il trattamento di rifiuti e il risanamento, rispettivamente per il 24,8% e il 24,9%.

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