Decreto Legge 101/2013: “condizionato” e con offerta «violi 3, paghi 1»

SISTRI Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, oppure Sistema Incredibile (per) Spendere Tante Risorse Italiane?

di SILVANO DI ROSA Consulente Legale Ambientale.

E’ certamente da condividere l’accoglienza fatta al recente D.L. 31 agosto 2013, n. 101 – «Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni», con le parole d’esordio di una nota canzone di Lucio Battisti: «Ancora tu …. ma non dovevamo vederci più?».

D’altronde, nell’altalenante saga del SISTRI, dopo il D.M. 20 marzo 2013 «Termini di riavvio progressivo del Sistri» del Ministro Clini, sembrava esserci stata una battuta d’arresto, univocamente interpretabile come tale a seguito dell’esplicito esito di una articolata iniziativa adottata dall’attuale Ministro dell’Ambiente On. Andrea Orlando: la «consultazione delle organizzazioni delle imprese interessate dal SISTRI» dello scorso giugno 2013.
Iniziativa concertata al fine di acquisire il punto di vista più ampio e rappresentativo possibile delle predette organizzazioni, con esplicito incarico assegnato al senatore On. Edo Ronchi di relazionare al riguardo.

L’Onorevole Edo Ronchi, come noto ma non troppo!!!, in data 20 giugno 2013, ha ragguagliato il Ministro dell’Ambiente circa l’esito di tale“““plebiscito”””, evidenziando giustamente come, nel corso della apposita

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Decreto Legge 31 agosto 2013

È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 204 del 31 agosto 2013 il Decreto Legge n. 101 del 31 agosto 2013 – Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni.

In particolare il nostro interesse è all’Art. 11 – Semplificazione e razionalizzazione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti e in materia di energia.

DECRETO LEGGE 31 AGOSTO 2013 N. 101

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SISTRI – una nuova partenza

Considerazioni iniziali

Un anno fa circa, il SISTRI rivelava all’intera nazione la sua incapacità di essere messo in opera e con la legge del 7 Agosto 2012 n. 134 il Ministero dell’Ambiente, allora presieduto dal Ministro Clini fu sospeso fino e non oltre il 30 Giugno 2013.

Con il decreto Ministeriale del 30 Marzo 2013 però il SISTRI è stato riesumato, a seguito della relazione conclusiva della commissione parlamentare che ha decretato:

“ Le numerose inchieste che la Commissione ha avuto modo di effettuare hanno dimostrato, senza ombra di dubbio, l’assoluta inadeguatezza della normativa attualmente vigente a fronteggiare traffici imponenti di rifiuti che, ormai, non coinvolgono solo le diverse regioni italiane ma che hanno assunto la connotazione della transnazionalità.
In un certo senso, l’approfondimento sul SISTRI nasce proprio dall’assoluta presa di consapevolezza che nessun serio ed efficace sistema normativo di contrasto alla criminalità ambientale può prescindere da un sistema di tracciabilità dei rifiuti idoneo a seguirne il percorso e, quindi, idoneo a consentire controlli puntuali, effettuabili in tempo reale.
Il sistema attuale di tracciamento dei rifiuti si può considerare
tamquam non esset, tanto agevole ne risulta l’elusione da parte degli operatori del settore….(omissis)…

Di una cosa bisogna prendere atto: non creare un sistema di tracciabilità dei rifiuti significa condannare l’Italia a diventare una sorta di Paese del terzo mondo, ove, in assenza di regole efficaci, chiunque può utilizzare a proprio piacimento il territorio nella consapevolezza dell’impunità.
I disastri ambientali ad oggi accertati in Italia sono innumerevoli e, sebbene in taluni casi siano cessate le condotte inquinanti, tuttavia, gli effetti dannosi per l’ambiente non solo permangono ma si prevede che si amplificheranno con il passare degli anni, per una serie di effetti a catena inarrestabili.

Il quadro, così come delineato, è, nella sua drammaticità, talmente nitido, da non consentire ulteriori «se e ma» da parte di chi ha il compito di individuare e dettare le regole del settore.

Qualunque inerzia o anche scarsa attività propositiva in merito non potrà essere giustificata. Chi, rivestendo ruoli istituzionali e disponendo dei necessari mezzi e competenze, non si attiverà in questo senso, porterà su di sé la responsabilità per i danni, talvolta incalcolabili, all’ambiente, alla salute e all’economia di questo Paese.”

Le conclusioni della commissione parlamentare sembrano andare nella

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SISTRI atto II°

Come nelle rappresentazioni teatrali è possibile assistere a colpi di scena che stravolgono il previsto andamento della trama, anche il SISTRI ha dato dimostrazione nel corso della sua pseudo-esistenza di essere capace di stupire gli operatori del mondo dei rifiuti con svariati colpi di scena. Certo alcuni erano previsti, altri ci hanno lasciato con il fiato sospeso, altri ancora avranno permesso addirittura a qualcuno di vincere qualche scommessa ma quel che è certo è che il SISTRI ritorna ancora una volta sulla scena e questa volta vuole restarci.

Ricordiamo a tutti che lo scopo iniziale del SISTRI era uno snellimento delle procedure ed un tracciamento in tempo reale dei traffici di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi a mezzo di moderni sistemi tecnologici che permettevano rapidamente ed in tempo reale di monitorare la posizione di un determinato rifiuto.

Poco dopo la sua istituzione e la distribuzione dei primi sistemi informatici sovvenne a qualcuno il dubbio che in realtà il SISTRI fosse un mezzo ipertecnologico per confrontare i dati fiscali delle aziende con quelle relative allo smaltimento dei rifiuti e verificare così altri parametri e limitare le evasioni fiscali. Alla fine ciò che è rimasto del SISTRI versione 1.0 sono state le adorabili black-box che hanno prosciugato le batterie degli automezzi, dispositivi USB mal funzionanti o infettati che hanno fatto impazzire intere reti LAN e tanta buona volontà degli operatori del settore trasformata in rabbia e frustrazione a causa delle continue modifiche al sistema, procedure assurde ed a volte in netto contrasto con

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