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Sei sicuro che la gestione dei rifiuti nella tua impresa sia corretta?

Sei un ente o un’impresa? Come tutti gli enti ed imprese produci dei rifiuti, alcuni di questi sono rifiuti speciali, altri saranno urbani.

Come gestisci i tuoi rifiuti? Sei sicuro che il sistema adottato nella tua impresa sia corretto?

Sei certo di non aver bisogno di un registro di carico e scarico? Sei veramente sicuro che il tuo deposito temporaneo sia a norma? Sei convinto che i codici CER assegnati ai tuoi rifiuti siano conformi alle normative vigenti?

Hai dei dubbi sulla tua gestione dei rifiuti e vorresti verificare con un consulente se i tuoi dubbi sono fondati? Spesso per rispondere a questa domanda dovresti contattare un consulente e chiedergli di venire in sede per un audit.

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Rapporto rifiuti speciali edizione 2015 dell’ISPRA

rapportoRifiutiSpeciali2015Il rapporto sui Rifiuti Speciali 2015 è stato pubblicato anche quest’anno fornendo un quadro conoscitivo completo sulla situazione nazionale, che è relativo ai dati del 2013, per questa importante tipologia di rifiuti. Il “corposo” rapporto (circa 385 pagine) è suddiviso nei seguenti capitoli: (1) contesto europeo, (2) produzione rifiuti, (3) gestione rifiuti, (4) trasporto transfrontaliero, e (5) monitoraggio di specifici flussi di rifiuti.Nel panorama europeo l’Italia si classifica come uno dei principali produttori (162,8 milioni di tonnellate), ma ben distante dalle capolista Germania e Francia con una produzione quasi doppia. In linea con il precedente biennio si registra un calo dell’1,5% nella produzione nazionale dal 2012 al 2013 – sia dei pericolosi che dei non pericolosi – frutto anche della crisi economica e soprattutto della situazione stagnante del settore edilizio, che comunque rimane il settore più produttivo (39,4%). Gli altri settori che contribuiscono maggiormente alla produzione sono il manifatturiero e il trattamento di rifiuti e il risanamento, rispettivamente per il 24,8% e il 24,9%.

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Principio di prossimità tra luogo di produzione e luogo di gestione: vale anche per i rifiuti speciali?

gestione deposito temporaneoLa Corte Costituzionale ha affermato che i principi di autosufficienza e prossimità, in diretta attuazione dei quali sono definiti ambiti territoriali ottimali per le tutte le attività connesse alla gestione dei rifiuti, sono cogenti esclusivamente per quanto concerne lo smaltimento ed il recupero dei rifiuti urbani, ma non già per le medesime attività riguardanti i rifiuti speciali, perché per questa tipologia di rifiuti occorre avere riguardo alle relative caratteristiche ed alla conseguente esigenza di specializzazione nelle operazioni di trattamento dello stesso. Vero è però che nelle norme si rinviene una linea di politica legislativa favorevole ad una rete integrata di impianti appropriati, atta a garantire lo smaltimento dei rifiuti speciali in prossimità al luogo di produzione, ma senza che ciò possa tradursi in un divieto: ed infatti “nella disciplina statale l’utilizzazione dell’impianto di smaltimento più vicino al luogo di produzione dei rifiuti speciali viene a costituire la prima opzione da adottare, ma ne «permette» anche altre”. Consiglio di Stato, sentenza del 23 marzo 2015

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Campionamento rifiuti: ci sono regole vincolanti in sede di contestazione?

L’art. 8 del D.M. 5/02/1998, intitolato “Campionamenti e analisi”, richiama le norme UNI 10802 per il campionamento di rifiuti, agli specifici fini della loro caratterizzazione chimico-fisica e si riferisce a campionamenti e analisi che sono effettuati a cura del titolare dell’impianto ove i rifiuti siano prodotti.

Si tratta, dunque, di un insieme di disposizioni prive di portata generale, perché dirette allo specifico scopo di disciplinare le analisi effettuate a cura del titolare dell’impianto di produzione di rifiuti, ai fini della loro caratterizzazione chimico-fisica, per le sole tipologie di rifiuti individuate dallo stesso decreto ministeriale.

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