Rapporto rifiuti speciali edizione 2015 dell’ISPRA

rapportoRifiutiSpeciali2015Il rapporto sui Rifiuti Speciali 2015 è stato pubblicato anche quest’anno fornendo un quadro conoscitivo completo sulla situazione nazionale, che è relativo ai dati del 2013, per questa importante tipologia di rifiuti. Il “corposo” rapporto (circa 385 pagine) è suddiviso nei seguenti capitoli: (1) contesto europeo, (2) produzione rifiuti, (3) gestione rifiuti, (4) trasporto transfrontaliero, e (5) monitoraggio di specifici flussi di rifiuti.Nel panorama europeo l’Italia si classifica come uno dei principali produttori (162,8 milioni di tonnellate), ma ben distante dalle capolista Germania e Francia con una produzione quasi doppia. In linea con il precedente biennio si registra un calo dell’1,5% nella produzione nazionale dal 2012 al 2013 – sia dei pericolosi che dei non pericolosi – frutto anche della crisi economica e soprattutto della situazione stagnante del settore edilizio, che comunque rimane il settore più produttivo (39,4%). Gli altri settori che contribuiscono maggiormente alla produzione sono il manifatturiero e il trattamento di rifiuti e il risanamento, rispettivamente per il 24,8% e il 24,9%.

Nel 2013 sono stati gestiti 129,5 milioni di tonnellate di rifiuti di cui il 6% sono pericolosi. La tipologia di gestione principale è il recupero di materia pari al 65% (da R2 a R12), mentre la messa a dimora in discarica (D1) si attesta al 8,4%. Ragionando per macro-area, nel Nord, Centro e Sud dell’Italia la gestione prevalente è il recupero di materia rispetto alle tecniche di smaltimento. Il recupero energetico riguarda 2,2 milioni di tonnellate con un aumento di quota del 7,2% rispetto al 2012. Nota di merito è dovuta per la qualità della gestione che si dimostra una delle più sostenibili nella Comunità, con un recupero di materia (compreso il backfilling) superiore al 75% e una quota inferiore destinata al conferimento in discarica rispetto ad alcuni paesi nordici come Finlandia e Svezia.

Il trasporto transfrontaliero dei rifiuti registra una diminuzione dell’esportazione pari al 16,7% rispetto al 2012. I principali destinatari sono Germania per i rifiuti originati dalla stabilizzazione e da demolizione contenenti amianto (dove primeggia la miniera di sale di Stetten per capacità di ricezione e autorizzazioni) e la Cina per i rifiuti della metallurgia.

Ritornando alla questione dell’amianto, dai dati del rapporto emerge la scarsa disponibilità o ricettività delle discariche autorizzate allo smaltimento di questa tipologia di rifiuti in Italia. Infatti, circa il 61% dei rifiuti contenenti amianto viene esportato all’estero e principalmente in Germania.

Fonte: Rapporto Rifiuti Speciali Edizione 2015

Link: http://www.isprambiente.gov.it/it

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Mariano Fabris

Consulente e Resp. Tecnico in Materia di Gestione Rifiuti Cat 1,4,5,8 Preposto per il Trasporto Nazionale e Internazionale su strada di Merci.

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