Nuova Circolare Sistri: Ennesima dimostrazione di un fallimento annunciato?”

L’Italia si sa è un paese dove molte cose non funzionano, le attività produttive vivono una crisi senza uscita, la disoccupazione galoppa a ritmi forsennati e l’ambiente è un tema di cui tutti parlano, pochi conoscono ciò di cui si parla e praticamente nessuno muove un dito per tutelarlo.

Il SISTRI avrebbe dovuto essere una sorta di sceriffo al servizio di aziende ed ambiente nella lotta alle eco-mafie, agli smaltimenti illeciti, alla corretta tracciabilità dei rifiuti (ma seriamente un controllo più attento dei registri di carico e scarico dei formulari di identificazioni rifiuti e dei mud non avrebbe dato gli stessi risultati?) ed avrebbe dovuto dare un solido contributo verso un risparmio di risorse economiche per le aziende. Duole ammetterlo ma come sempre ciò che in campagna elettorale sembra essere oro, passate le elezioni si rivela essere stato un abbaglio.

Questa premessa ci porta ai giorni d’oggi, in particolare alla giornata del 30 ottobre quando sulla G.U. numero 255 del 30 Ottobre 2013 è stata pubblicata la conversione in legge del Decreto Legge del 31 Agosto 2013 n.101 recante disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, ed alla circolare numero 1 del Ministero dell’Ambiente, ancora una volta pubblicata su
carta libera e senza alcuna firma; ma in fondo prendersi le proprie responsabilità nei confronti delle proprie azioni è ormai prerogativa delle sole imprese e dei contribuenti in genere e non più del legislatore.
Il testo di legge, che ancora una volta stravolge gli articoli, già stravolti, del D.Lgs. 152/2006, è l’ennesima dimostrazione di quanto il

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Nuova semplificazione e razionalizzazione del Sistri. Articolo 11 del decreto legge 31 agosto 2013, n. 101

Il 1° ottobre  2013 si assistite alla partenza ufficiale del SISTRI, come previsto dal Dl 101/2013, che prevede una prima partenza scaglionata dei soggetti obbligati, in quanto produttori e/o gestori di rifiuti pericolosi.

Dovendo adempiere alle disposizioni dettate dalla circolare del 1° ottobre 2013 dove il Ministero dell’Ambiente riporta i primi chiarimenti sulla partenza del SISTRI, si da inizio ad una vera e propria sperimentazione di un sistema che si vuole a forza mantenere in vita per ragioni a noi ancora del tutto o in parte oscure.

I nuovi produttori di rifiuti e migliaia di imprese o enti che raccolgono, trasportano, effettuano operazioni di trattamento sui rifiuti, recuperano e smaltiscono i rifiuti o intermediano gli stessi a titolo professionale, iniziano quindi ad operare con un sistema non ancora totalmente adatto a supportare le esigenze operative, degli operatori del settore. Non staremo a soffermarci nuovamente a parlare delle difficoltà riscontrate nell’utilizzo del sistema, dei ritardi accumulati nei viaggi, nelle ore investite per adoperarsi allo svolgimento del proprio lavoro, ma pensare che la vicenda sia finita qui è ormai un’utopia.

Il 30 ottobre con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale della legge 30 ottobre 2013 n. 125, che reca anche norme in materia di SISTRI e converte il Dl 101/2013, viene

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SISTRI: ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Da quasi tre anni assistiamo (e, nostro malgrado, subiamo) a fatti che hanno dell’inverosimile.

La “sistrite”, di cui molti di noi sono definitivamente “avvelenati” , andrebbe catalogata nell’annuario della medicina non solo come una malattia patita da tutti noi che abbiamo a che fare con i rifiuti (Produttori, Gestori, Consulenti, ecc.) ma anche come “schizofrenia” espressa, senza freno e senza controllo, da qualche nostro legislatore.

Se non fosse tragicamente tutto vero, potremmo pensare di essere tutti attori in un divertente film comico. In realtà, siamo, e così ci trattano, delle semplici comparse.

Da quando il “mostro“ SISTRI è emerso dal “segreto di Stato”, nel quale è stato incomprensibilmente e maldestramente concepito, abbiamo “subito” una girandola di decreti, manuali, date di avvio annunciate e poi cambiate, ecc. Abbiamo investito tempo e denaro per informarci ed aggiornarci, tutti abbiamo trascorso molte notti insonni.

Ora, il “mostro”, dai soliti “male informati” dato per morto certo, ha ripreso la sua lenta, ma inesorabile, corsa: dal 1° di ottobre devono utilizzare il SISTRI tutti i Gestori di rifiuti pericolosi. I produttori (sempre dei soli rifiuti pericolosi) dovranno iniziare ad utilizzarlo dal 3 marzo 2014.
Una strana ri-partenza quella del sistri, per una sequela di motivi.
Fra le tante stranezze, sento di dover evidenziare l’assordante silenzio con il quale gli Operatori stanno

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SISTRI…15 giorni dall’avvio del nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti

I primi 15 giorni dalla partenza del SISTRI sono ormai trascorsi. Ciò che sembrava dover essere il più grande fallimento del Ministero dell’Ambiente alla fine ha retto “l’onda d’urto” del 3% del totale dei soggetti inizialmente interessati dal SISTRI ed ora obbligati ad utilizzarlo. Certo non è lodevole essere stati costretti a siffatta semplificazione per poter far partire il mostro informatico ma tant’è che ci si è riusciti, il sistema non è collassato su sé stesso e trasportatori ed impianti di trattamento di rifiuti pericolosi sono oggi alle prese con formulari e schede SISTRI.
Quindi tutto ok? Il sistema ha funzionato ed ora possiamo passare alla fase successiva? Certamente no. Il sistema nonostante la sua partenza ha dimostrato di essere affetto ancora da processi pachidermici che rendono la gestione dei rifiuti troppo pesante e lenta. Sul sito www.sistriforum.it è possibile leggere la maggior parte dei problemi che affliggono gli utenti ma in questo articolo si vuole cercare di dare luce ad alcune delle problematiche che il Ministero e chi il SISTRI ha dovuto progettarlo sembra aver ignorato o semplicemente trascurato temporaneamente.
Innanzitutto il doppio binario. Questa modalità operativa sta causando, almeno per il momento lungaggini presso gli impianti che si ritrovano a dover accettare il doppio della documentazione, a ciò si aggiunga il rischio delle dimenticanze legate al fatto che i trasportatori, in particolare quelli legati alla micro raccolta si trovano a dover viaggiare con numerosi documenti per un singolo ritiro. L’utilizzo del formulario di identificazione rifiuti era semplice perché composto da carta copiativa, ma se in aggiunta a ciò si utilizzano anche delle schede sistri in doppia copia da compilare separatamente si nota facilmente come, a causa dell’abitudine il più delle volte, le schede SISTRI non vengano compilato o compilate erroneamente.
Ma non è tutto. Un aspetto che ho trovato piuttosto “fastidioso” e che come riportato da altre esperienze è fonte di errori è dovuto all’impostazione della scheda SISTRI. Tale scheda invece di occupare un’intera pagine è localizzata in ¾ del foglio, ed i campi da compilare sono praticamente nascosti alla vista nonostante nei manuali venga indicato come quelle aree da compilare dovrebbero essere contrassegnate da un diverso colore. Mi chiedo se non fosse stato più semplice allocare tutte le aree da compilare in unico punto dandone evidenza. Ciò è riferito ad esempio alla modalità “micro raccolta” nella quale i campi dedicati a

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