SISTRI: ancora tu? Ma non dovevamo vederci più?

Da quasi tre anni assistiamo (e, nostro malgrado, subiamo) a fatti che hanno dell’inverosimile.

La “sistrite”, di cui molti di noi sono definitivamente “avvelenati” , andrebbe catalogata nell’annuario della medicina non solo come una malattia patita da tutti noi che abbiamo a che fare con i rifiuti (Produttori, Gestori, Consulenti, ecc.) ma anche come “schizofrenia” espressa, senza freno e senza controllo, da qualche nostro legislatore.

Se non fosse tragicamente tutto vero, potremmo pensare di essere tutti attori in un divertente film comico. In realtà, siamo, e così ci trattano, delle semplici comparse.

Da quando il “mostro“ SISTRI è emerso dal “segreto di Stato”, nel quale è stato incomprensibilmente e maldestramente concepito, abbiamo “subito” una girandola di decreti, manuali, date di avvio annunciate e poi cambiate, ecc. Abbiamo investito tempo e denaro per informarci ed aggiornarci, tutti abbiamo trascorso molte notti insonni.

Ora, il “mostro”, dai soliti “male informati” dato per morto certo, ha ripreso la sua lenta, ma inesorabile, corsa: dal 1° di ottobre devono utilizzare il SISTRI tutti i Gestori di rifiuti pericolosi. I produttori (sempre dei soli rifiuti pericolosi) dovranno iniziare ad utilizzarlo dal 3 marzo 2014.
Una strana ri-partenza quella del sistri, per una sequela di motivi.
Fra le tante stranezze, sento di dover evidenziare l’assordante silenzio con il quale gli Operatori stanno affrontando (ed assolvendo?) questa ulteriore incombenza.

Mi sembra, ma potrei dire di esserne certo, che più che affrontare essi stiano solo subendo, rassegnati e frustrati, questa ennesima vessazione. Mi sembra che tutti noi, oramai sfiancati dalla grave crisi economica e pregni di sfiducia verso chi ci governa, ci siamo arresi al fatalismo più becero. D’altronde, chi può biasimarci? La nostra voce è meno del vento nel deserto; tutti sanno che il sistema non funziona (anche il Ministro dell’Ambiente ha dovuto ammetterlo) però nessuno si assume la responsabilità di decretarne la morte. Il suo avvio è stato deciso con un Decreto legge che, se non convertito in legge, decadrà il giorno 30 ottobre prossimo. Non sono rare le voci dei sedicenti “bene informati” che preannunciano (ancora?) l’imminente morte definitiva del Sistri, la possibilità di ulteriori semplificazioni, un ulteriore rinvio al 2014, ecc.

Con tutte queste incertezze, mi chiedo quale possa essere lo stato d’animo di coloro che devono spendere denaro, impegnare tempo e risorse umane per utilizzare un sistema nella cui funzionalità (e, peggio, validità ) oramai nessuno crede più.
Sarà per tutto questo che nessuno ne parla più? Sarà, questa, la giusta strategia per ribellarsi all’ennesimo sopruso perpetrato ai danni di chi lavora?

Ing. Nicola G. GRILLO

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Mariano Fabris

Consulente e Resp. Tecnico in Materia di Gestione Rifiuti Cat 1,4,5,8 Preposto per il Trasporto Nazionale e Internazionale su strada di Merci.

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