Il trasporto di rifiuti speciali, siano essi pericolosi che non pericolosi ed il loro stoccaggio e trattamento sono codificati e disciplinati da apposite norme che stabiliscono anche quali debbano essere le etichette da apporre sugli automezzi, sui rifiuti, sui loro contenitori al fine di identificarli immediatamente, avvertendo di conseguenza gli operatori coinvolti sui possibili rischi e precauzioni da adottare in loro presenza (si veda quindi il D.lgs 152/2006 e la normativa ADR).
In questo breve articolo vorrei focalizzare l’attenzione sul’uso indiscriminato della famosissima R nera su sfondo giallo il cui uso è tanto abusato quanto fuorviante come accadeva, fino a pochi mesi fa, con l’utilizzo della caratteristica di pericolo H14.
Molto spesso le aziende, gli operatori ed i consulenti tendono ad essere fin troppo prudenti utilizzando questo simbolo come identificante il rifiuto in generale. Tale pratica è ovviamente condannata dagli organi di controllo.
I rifiuti pericolosi, devono essere identificati per allertare il personale che si trova in una possibile condizione di rischio e che devono essere adottate tutte le precauzioni al fine di evitare incidenti o danni per l’Uomo e per l’Ambiente.
Il simbolo della R nera su sfondo giallo, avente precise dimensioni da rispettare, è da utilizzarsi per il trasporto di rifiuti pericolosi, e ciò si evince chiaramente dalle disposizioni riportate sulle autorizzazioni rilasciate dalle sezioni dell’Albo Nazionale Gestori Ambientali.
Trasporto:
Sui veicoli deve essere apposta una targa in metallo o un’etichetta adesiva di dimensioni: 40X40 cm, a fondo giallo, recante la lettera R di colore nero alta 20 cm, larga 15 cm e con uno spessore del segno di 3 cm. La targa deve essere apposta sulla parte posteriore del veicolo, a desta e deve essere ben visibile. Tali pannelli sono venduti anche nella forma pieghevole per poter essere adoperati esclusivamente quando se ne ha la necessità, ma avendolo sempre a portata di mano.
Imballaggi:
Sui colli deve essere apposta un’etichetta o un marchio inamovibile a fondo giallo aventi le misure di 15X15 cm, recante la lettera “R” di colore nero e con le seguenti dimensioni: alta 10 cm, larga 8 cm e con uno spessore del segno di 1,5 cm. Le etichette devono essere resistenti agli agenti atmosferici e non devono subire alterazioni. La loro collocazione sui colli deve essere tale da permetterne la rapida individuazione e lettura.
L’utilizzo indiscriminato dell’etichetta appena citata può però essere ricondotta alla confusione tra le disposizioni del testo unico ambientale e la normativa ADR. Infatti non solo la normativa ambientale prevede l’utilizzo di questo simbolo. Il trasporto di merci pericolose, ricadente nell’ADR, prevede tra le varie etichette e pannelli anche la”R” nera su sfondo giallo ,da utilizzarsi qualora si trasportino rifiuti che ricadono tra le merci pericolose previste dall’ADR.
Non è semplice identificare quali sono quei rifiuti pericolosi la cui pericolosità li fa ricadere nell’ADR. Non esiste una relazione univoca che ad un rifiuti pericoloso associ il suo corrispondente nell’ADR e non è mai detto che un rifiuto pericoloso per la normativa ambientale (D.Lgs. 152/2006) sia poi dichiarato pericoloso per il trasporto dalla normativa ADR.
Nel caso dello stoccaggio, è importante che ogni rifiuto sia individuato chiaramente. Ciò non riguarda esclusivamente gli impianti di stoccaggio e trattamento ma anche il deposito temporaneo. Le gestione ordinata e corretta dei rifiuti è importante. Non è più possibile pensare di ammassare all’interno di un locale o uno scarrabile i rifiuti prodotti senza preoccuparsi degli eventi atmosferici, della pericolosità dei rifiuti e della loro contabilizzazione. Il D.Lgs. 152/2006 stabilisce precise regole e precise sanzioni per coloro che dovessero violare tali disposizioni.
E’ importante quindi che ogni settore di stoccaggio sia individuato da un cartello recante il codice CER e la descrizione del rifiuto, e laddove il rifiuto sia pericoloso, venga aggiunta anche l’etichetta recante la R nera su sfondo giallo.
Se per la sicurezza sul lavoro molto si è fatto da parte dei professionisti, delle aziende e della normativa al fine di ridurre i rischi ai quali i lavoratori erano esposti, anche nel campo della tutela ambientale e della gestione dei rifiuti molto si può fare per tutelare l’ambiente, le falde, l’aria e la salute dei lavoratori.
Fonte; http://ambienterifiuti.wordpress.com
Salve, ma perchè si usa R e non P? R sta per rischio???
grazie