I tempi in cui il SISTRI viveva di rinvii all’ultimo minuto erano tanto snervanti quanto poco forieri di novità. Si attendeva con ansia il sopraggiungere di una nuova scadenza per il solo gusto di vedere con quanto ritardo il decreto di proroga sarebbe uscito e con quale scusa il Ministero avrebbe giustificato la stessa. Si era passati da una instabilità del sistema, ad un’accusa diretta verso gli operatori del settore. Erano bei tempi diciamocelo, tutti continuavano a svolgere comunque con serenità il proprio lavoro ben sapendo che il SISTRI per quanto pauroso era un’enorme cucciolone non in grado di mettersi in piedi. Ma i tempi sono cambiati, cambiate le regole, cambiate le norme, tanta polvere sollevata e tanta confusione tale da rendere finalmente possibile la partenza dell’abominio informatico.
Giungemmo così al mese di Ottobre 2013, quando il Ministero dell’Ambiente e la Selex, fieri, videro partire la loro creatura, che nel tempo era diventata molto simile al mostro di Frankenstein per quanti pezzi erano stati aggiunti e tolti nel corso del tempo. Ma tant’è che era lì, bisognava guardarlo negli occhi e farci amicizia. In quei mesi i primi ad essere interessati furono, come tutti ormai ben sappiamo, una manciata di operatori che tutti i giorni si son trovati ad aver a che fare non solo con la ordinaria gestione dei formulari e dei registri di carico e scarico, ma anche con le nuove procedure macchinose, lente e molto spesso ridondanti che hanno gravato e non poco sui tempi di gestione delle movimentazioni rifiuti.
E così trasportatori che erano in grado di effettuare 20-30 prese al giorno in un batter d’occhio hanno visto ridimensionarsi il proprio lavoro a causa del SISTRI, impianti che prima gestivano enormi flussi in ingresso hanno visto improvvisamente formarsi code ai propri cancelli perché per garantire la tracciabilità i rifiuti in “tempo reale” ed il tutto in nome della lotta alle eco-mafie.
Nel frattempo i mesi sono passati, le lamentele si sono sollevate, chi avrebbe dovuto ascoltare ha fatto comunque orecchie da mercante perché, si sa, modificare l’impianto del SISTRI è ovviamente molto complicato.
Ed ecco che infine si giunse al mese di Febbraio, quest’ultimo volò e ci si ritrovò ad attendere sperate proroghe e semplificazioni che invece son state bocciate. Risultato?
Ebbene cari lettori, il risultato è ormai sulla bocca e sotto gli occhi di tutti, e lunedì prossimo 3 Marzo 2014 anche i produttori di rifiuti pericolosi che hanno tanto hanno tirato il fiato ad Ottobre per non essere stati obbligati a sottostare al diktat del SISTRI, ora devono prepararsi ad affrontare questa nuova sfida.
Inutile ribadire quanto ormai già scritto, con fiumi in piena di parole, nei mesi scorsi. Le procedure sono ormai riportate in ogni manuale, da quelli del SISTRI a quelli in vendita un po’ dovunque; perché diciamocelo questo SISTRI ha fatto girare moneta (ed in tempi di crisi…); ma di risparmio economico, di tempo e risorse come tanto pavoneggiato dall’ex Ministro Prestigiacomo non c’è né ancora traccia.
Diamo quindi una sbirciata a quali sono le ultime novità che ci attendono a partire dalla prossima settimana.
Ai soggetti già obbligati ad utilizzare il SISTRI si aggiungono enti ed imprese che si qualificano come:
Produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi;
Produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che ne effettuano stoccaggio e deposito preliminare (attività R13 e D15);
Trasportatori di rifiuti speciali pericolosi prodotti dalla loro attività;
Comuni ed imprese di trasporto rifiuti urbani della Regione Campania
Probabilmente la nota dolente, più di tutte è per i produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi i quali molto spesso si ritrovano a produrre “accidentalmente” e sporadicamente rifiuti pericolosi.
Si pensi ad esempio a quelle attività di servizio, quali studi professionali (inquadrati come imprese), attività commerciali ecc… le quali una volta ogni due/tre anni si ritrovano a smaltire un monitor. Smaltire quest’ultimo con l’ausilio di un’azienda specializzata significa semplicemente moltiplicare il costo ed i tempi di smaltimento. Ovvio che voler chiamare questo sistema semplificazione è pura fantasia. A meno che non vengano introdotte delle “chiare” regole di semplificazione che evitino costi inutili, in un periodo come questo con molta probabilità, e mi auguro vivamente che non sia così, si assisterà ad una moria di rifiuti pericolosi. Sono ovviamente scenari e non certezze ma è chiaro che “semplificazione” vuol dire andare incontro alle esigenze delle aziende senza estremizzare il raggiungimento dell’obiettivo della tracciabilità dei rifiuti.
Tracciabilità dei rifiuti
Per garantire la tracciabilità dei rifiuti, fino al 1 Gennaio 2015 si continueranno ad adottare i registri di carico e scarico ed i formulari di identificazione rifiuti ai quali si accoppieranno le schede SISTRI. Quindi vivremo il cosiddetto doppio binario.
Le sanzioni vigenti , come ormai tutti sapranno, sono quelle previste nel D.Lgs. 152/2006 ante D.Lgs. 205/2010 e quindi quelle relative alla gestione cartacea dei rifiuti. Permane però l’obbligo di utilizzo del SISTRI, il suo utilizzo pertanto non è facoltativo per i soggetti interessati.
Questione MUD: ormai si avvicina anche per quest’anno la dichiarazione unica ambientale. Come sempre la scadenza è fissata per il 30 Aprile, e per le procedure si può far riferimento al sito dell’Ecocerved che ogni anno pubblica tutte le istruzioni e le modalità con le quali la dichiarazione deve essere presentata.
Per concludere, tutti i nuovi soggetti obbligati è bene che si armino di dispositivi SISTRI, chi non è ancora iscritto e sa di essere obbligato è bene che inizi ad attrezzarsi poiché per quanto la pillola possa essere amara ed indigesta è chiaro che dovremo comunque ingoiarla. Se nel corso del tempo il SISTRI saprà adattarsi anche all’impianto normativo è una cosa da vedersi più in là, per il momento il consiglio, nei casi in cui le procedure SISTRI siano incongruenti con quelle normative è quello di segnalare, con i sistemi attualmente disponibili, tali incongruenze ed attendere una risposta scritta per procedere poiché le semplici risposte del call center, mi spiace dirlo, non sono una garanzia di correttezza. Pur essendo ormai migliorati da un punto di vista qualitativo e di efficienza il call center del SISTRI è e resta un call center e considerando il fatto che il SISTRI non si assume alcuna responsabilità di ciò che fa, dice o scrive, la responsabilità è sempre in capo agli operatori del settore, fossero essi produttori, trasportatori o impianti di recupero/smaltimento.
Ambiente & Rifiuti – Consulenza tecnica per la gestione dei rifiuti.
Ing. Vito la Forgia – v.laforgia@ambiente-rifiuti.com
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