ADR 2013 le principali novità

Entrato in vigore il 1 gennaio 2013, il nuovo ADR 2013 che porta con se importanti novita in merito alle nuove regole per il fissaggio del carico per i veicoli di  massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate.
Ogni veicolo che effettua il trasporto dovrà necessariamente avere una dotazione minima di cinghie omologate in base proprio alla lunghezza del piano carico.
Per l’applicazione nel nostro paese si dovrà attendere il recepimento della direttiva da parte dello stato e nella prima fase, i singoli paese avranno tempo fino  al 30 giugno 2013 per l’applicazione anche ai trasporti nazionali offrendo quindi la possibilità di osservare ancora le disposizioni contenute nell’A.D.R. 2011  nel periodo transitorio che va dal 01/01/2013 al 30/06/2013.
Assieme ad esso vengono aggiornati anche il regolamento per il trasporto delle merci pericolose per ferrovia (RID) ed il trasporto delle merci pericolose nella  navigazione interna (ADN) entrando in vigore in maniera analoga all’ADR 201

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Materie Pericolose per l’Ambiente e Esenzione dalla nomina di consulente

Uno dei principali adempimenti per le aziende che si trovano ad operare nel campo del trasporto di merci pericolose, come abbiamo visto, è quella della nomina del consulente-DGSA.

L’applicabilità della caratteristica “pericoloso per l’ambiente” a merci che precedentemente risultavano non soggette all’ADR, comporta la necessità di verificare l’obbligo di nominare il consulente in base alle quantità di merci trasportate.

Le norme di riferimento in tal senso sono il Decreto Legislativo 40/2000, abrogato e sostituito quasi integralmente dal D.Lgs.35/2010, e le Direttive 96/35/CE e 2008/68/CE, nonché l’ADR stesso, al punto 1.8.3.2.

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Fotovoltaico, il corretto smaltimento è d’obbligo

Dal primo luglio 2012 sono entrate in vigore le norme per la raccolta a fine vita di celle e moduli e il loro smaltimento

Il fotovoltaico è una fonte energetica strettamente associata ai concetti chiave della sostenibilità, perché capace di produrre elettricità senza emettere emissioni di CO2 né consumare risorse naturali. Ma il fotovoltaico, così come tutte le altre tecnologie elettroniche, non è studiato per durare in eterno ma per un determinato periodo (in media 25-30 anni).

Una volta  terminata la fase produttiva i pannelli devono essere smaltiti correttamente altrimenti, se abbandonati in natura, possono comportare danni per l’ambiente. Il problema, forse, attualmente non è dei più sentiti, anche perché l’esplosione del fotovoltaico è avvenuta soltanto nell’ultimo quinquennio e, dunque, la stragrande maggioranza degli impianti installati sono ancora perfettamente funzionanti.

Secondo il consorzio PV Cycle, la maggiore organizzazione per lo smaltimento dei pannelli a  livello europeo, oggi solo l’1% di tutti i moduli fotovoltaici raccolti ha raggiunto il fine vita, il restante 99% è costituito da apparecchi danneggiati. Nei prossimi 10-15 anni, invece, si avranno grandi quantitativi di moduli fotovoltaici dismessi che dovranno essere opportunamente trattati.

Il fotovoltaico ha, inoltre, una percentuale altissima percentuale di recupero dei materiali, garantendo così

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Materie pericolose per l’Ambiente – un po’ di storia

E’ solo dal 01.01.2011 che TUTTE le merci pericolose devono essere valutate anche in merito alla loro pericolosità per l’ambiente. La disposizione nasce dall’edizione 2009 dell’ADR.

Fino all’edizione 2007 per le materie già classificate come pericolose per una o più delle altre classi non vi era infatti la necessità di verificare anche l’applicabilità della classe 9, M6 e M7. Era necessario valutare la pericolosità per l’ambiente delle sole merci che, ai sensi delle Direttive europee sui sostanze e preparati, risultassero Pericolose per l’Ambiente.

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