Stop ai rifiuti non trattati in discarica.

Un decreto impone la funzionalità piena degli impianti di trattamento. Si allontana il rischio di una multa europea. Nuovi poteri al commissario

Far sì che entro il 10 aprile non arrivino più in discarica rifiuti non trattati; incrementare la capacità di produzione di Cdr (combustibile derivato da rifiuti) e Fos (frazione organica stabilizzata) degli impianti di trattamento attivi nel Lazio; adeguare le autorizzazioni degli impianti esistenti affinché sia assicurata in via prioritaria la valorizzazione energetica di Cdr e Css (Combustibile solido da rifiuti) prodotto nel Lazio.

Queste le tre finalità principali del nuovo decreto firmato oggi dal ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, per affrontare l’emergenza rifiuti nel Lazio e consentire di “disinnescare” il deferimento dell’Italia alla Corte Europea che vede fra le principali contestazioni l’uso della discarica di Malagrotta (Roma) per rifiuti non trattati.

Con questo intervento, inoltre, sarà possibile ridurre in maniera decisiva il conferimento in discarica: l’obiettivo è arrivare a giugno – quando scadrà la proroga di Malagrotta – in condizioni diverse e migliori. Si potrà valutare a quel punto se (e a quali condizioni) possa servire a Roma una discarica di servizio.

In particolare il decreto prevede che:

1. La produzione di Cdr (o di Css, secondo il decreto ministeriale 14 febbraio 2013 n. 22) deve essere portata a un livello minimo tra il 35% e il 40%;

La produzione di Fos deve essere portata a un livello minimo compreso tra il 30% e il 35%;
Il livello degli scarti non compostabili (compreso il vetro) non deve superare il 25%;
Il recupero dei metalli deve essere assicurato almeno nella misura del 3%.
Il provvedimento inoltre conferisce più poteri al commissario per la crisi rifiuti di Roma, il quale dovrà

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