SISTRI – Sotto i 10 dipendenti nessun obbligo di iscrizione…ma non solo

DECRETO 24 aprile 2014
Disciplina delle modalita’ di applicazione a regime del SISTRI del trasporto intermodale nonche’ specificazione delle categorie di soggetti obbligati ad aderire, ex articolo 188-ter, comma 1 e 3 del decreto legislativo n. 152 del 2006. (14A03549) (GU Serie Generale n.99 del 30-4-2014)
http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/04/30/14A03549/sg

I produttori di rifiuti pericolosi che hanno un organico al di sotto dei 10 dipendenti potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo. Il tanto atteso decreto che li esenta dalla iscrizione al SISTRI è finalmente arrivato.

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n° 99 del giorno 30/04/2014 il decreto 24 Aprile 2014  fornisce le nuove disposizioni in merito all’obbligo di aderire al SISTRI.

Vediamo

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Scadenze Ambientali imminenti al 30 Aprile

Ambiente & Rifiuti – Ing. Vito la Forgia
Consulenza Tecnica per la gestione dei rifiuti

La fine di Aprile si avvicina, e come ogni anno ci sono delle scadenze che ormai incombono su di noi e che devono essere rispettate. Diamo un rapido sguardo alle scadenze del 30 aprile ed i soggetti coinvolti:

– Albo Nazionale Gestori Ambientali

Entro il 30 aprile, tutte le imprese iscritte all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, in qualsiasi categoria (dalle ordinarie, alle semplificate, alla categoria RAEE), dovranno versare il diritto annuale di iscrizione il cui importo varia in funzione della categoria di iscrizione. Gli anni scorsi pervenivano, proprio in questi giorni, i bollettini postali precompilati che davano modo ad ogni iscritto di provvedere al pagamento. Quest’anno l’Albo, in accordo al piano di ammodernamento che sta svolgendo, ha dato la possibilità a tutti gli iscritti di scegliere diverse forme di pagamento. Accedendo alla Vs area riservata (occorrono codice fiscale ed una password che verrà inviata al vostro indirizzo pec quando tenterete di accedere per la prima volta al portale) sarà possibile controllare lo stato dei versamenti dei diritti annuali di iscrizione e di procedere con il pagamento per l’anno corrente. Certamente questa è una delle novità più interessanti per gli iscritti all’Albo, poiché

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Professione di successo? Il manager ambientale

Ecco come diventarlo e quali sono i suoi compiti in un articolo di Italia Oggi

Su Italia Oggi del 14 aprile 2014 è stato pubblicato un articolo sulla figura del manager ambientale. E’ un professionista che si occupa delle tematiche integrate di ambiente, sicurezza e qualità. Promuove programmi di formazione del personale e gestisce le relazioni e le attività amministrative verso gli organi competenti in materia ambientale. La sua figura è tra le più ricercate in azienda e, l’avvento della green economy da una parte (100.000 nuovi posti di lavoro secondo le previsioni) e l’irrigidirsi delle normative vigenti dall’altra, fa prevedere un ulteriore incremento della richiesta di questo profilo il quale, secondo i dati, guadagna circa 80.000 euro lordi l’anno. L’interessante articolo di Italia Oggi si conclude con la segnalazione della Scuola di Alta Formazione, organizzata da TuttoAmbiente, proprio per diventare Manager e Responsabili Ambientali. Una cinque giorni full immersion che si terrà a Firenze dal 12 al 16 maggio per formarsi, aggiornarsi e orientarsi  relativamente a tutte le sfaccettature giuridiche, economiche e gestionali relative a tale ruolo.
Per scaricare il programma: clicca qui, ancora pochi posti disponibili!
Per ulteriori informazioni: 0523-315305 – convegni@tuttoambiente.it

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Riassetto del Codice Ambientale

Se diamo uno sguardo alle direttive ambientali dell’Unione Europea ed alla legislazione ambientale degli altri paesi europei, salta subito all’occhio la ridotta complessità della norma rispetto al nostro codice ambientale. La questione non può ovviamente essere generalizzata ma dare uno sguardo ad esempio la normativa inerente il cosiddetto “Uno contro Uno” italiano e l’analogo della svizzera o se provassimo a confrontare la normativa inerente il trasporto di rifiuti italiana e quella di altri paesi quali ad esempio la Germania, rende bene l’idea di quanto la nostra normativa sia alquanto complessa ed a tratti nebulosa e carente.

Non desta certo stupore rendersi conto di quanti siano i decreti attuativi mancanti e di quanto confusionaria sia la norma normativa nel campo dei rifiuti, ma non solo.

A quanto pare un gruppo di lavoro insediatosi in questi giorni presso il Ministero dell’Ambiente avrebbe il compito di avviare uno studio preliminare teso ad un riassetto del codice ambientale. L’obiettivo è quello di raccogliere in due testi normativi tutte le leggi ed i regolamenti inerenti l’ambiente, si tenderà quindi ad ottenere un codice ed un testo unico regolamentare.

Da dove nasce tanta buona volontà in campo ambientale nel voler risolvere i pasticci creati negli ultimi anni?

Secondo il Ministro Orlando: “Questo progetto nasce sia dalla semplice constatazione che in materia ambientale la nostra legislazione non ha ancora risolto vistosi difetti sia dalla necessità di fornire risposte concrete a pressanti richieste di tutela e progresso. La frammentarietà, l’assenza di una codificazione con adeguati principi generali rendono il

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